Freeride Morzine

 

Cos'è il freeride?

Pietro M. Dalmasso
+33(0)607933550
pietro.dalmasso@monaco.mc
 

Freeride significa sciare fuori dalle piste battute, che sia il bordo pista della vostra discesa preferita o più lontano, su discese incontaminate. Il freeride diventa una disciplina a partire dalla metà degli anni 90 con l’arrivo di competizioni internazionali e la distribuzione capillare di reportage e film dedicati allo sci in neve fresca.

Come detto, la disciplina si pratica un po’ ovunque: sotto una seggiovia, nel bosco, fra 2 piste, in una vallata vicina; sempre in cerca di pendii non tracciati.

Oggi gli amanti del fuori pista aumentano sempre di più, in cerca di libertà, leggerezza e divertimento che questa pratica trasmette. Il freeride è libertà allo stato puro, la possibilità di scendere pendii sempre diversi e scegliere itinerari in cerca della neve migliore – polverosa.

Visto il grande numero di freeriders diverse sono le stazioni di sci che si stanno attrezzando in maniera massiccia. Basta pensare ai dispositivi installati alle partenze degli impianti di risalita per il controllo del corretto funzionamento degli apparecchi ARTVA (Apparecchio Ricerca Travolti Valanga).

Cosi come in molte località sciistiche delle Alpi, inclusa Morzine, vengono segnalate sulle cartine delle zone dedicate, chiamate freeride-zone. All’arrivo della seggiovia Chamossiere a Morzine, per esempio, è presente una zona di fuori pista molto apprezzata dai freeriders per la sua esposizione a Nord.

I fuori pista di Morzine (e Avoriaz) sono presidiati da personale tecnico esperto che lavora per garantire i massimi livelli di sicurezza contro valanghe recintando le zone a rischio o chiudendole ove necessario.

Tra i percorsi più suggestivi ricordo The Border, nelle adiacenze della seggiovia Mossetes, il muro del Brochaux, nelle vicinanze dell’omonima seggiovia, la Combe des Marmottes avvicinabile tramite la seggiovia del Fornet, la fantastica Crozats e ancora la Pschott, per citarne qualcuno.

Come scegliere uno sci da freeride?

Rispetto a uno sci tradizionale da pista, lo sci da freeride deve essere maneggevole, galleggiare sulla neve fresca e impedire lo sprofondamento.

Per ottenere il galleggiamento, nella parte centrale (sotto lo scarpone per intenderci) lo sci è largo dagli 80mm in su, fino ad arrivare a misure da 140mm, detti flat. Uno sci con una larghezza uguale o superiore ai 110mm è consigliato su nevi fresche molto alte.

Cosi come per uno sci da pista, la sciancratura determina il raggio di una curva in freeride. Sciancrature basse, intorno ai 18m, consentiranno curve corte e ritmiche; intorno ai 27m, concatenamento di grandi curve in velocità.

Camber vs rocker

Letteralmente la parola camber significa curvatura; si tratta del profilo nel senso longitudinale dello sci.

Il camber è quel ponte che si forma fra la punta e la coda quando lo sci è appoggiato su una superfice piana, come un tavolo per esempio.

Il rocker è la parte restante dello sci, oltre il ponte, con classica forma a banana dato dalla punta e dalla coda progressivamente rialzate.

Camber vs Rocker

 

Lo sci da freeride ha un camber molto basso o assente rispetto allo sci da pista. Il rocker, presente in punta, è fondamentale per mantenere lo sci fuori dalla neve e scongiurare il disarcionamento dello sciatore; mentre in coda non è particolarmente necessario. Il rocker contribuisce alla manovrabilità e al galleggiamento di un buon paio di sci da freeride.

Infine, occorre scegliere la corretta lunghezza per ottenere una buona manovrabilità e facilità in fase di curva. Uno sci di 10-15cm inferiore rispetto all’altezza dello sciatore, è considerato corto. Ne risulta uno sci molto maneggevole nelle serpentine e corto raggio, problematico e instabile all’aumentare della velocità.

Uno sci di 5-10cm o oltre, è stabile e preciso ad alte velocità.

Per incominciare l’avvicinamento al freeride, consiglio uno sci della vostra altezza, sciancratura poco marcata, una larghezza fra i 90cm e i 105cm, un leggero camber e rocker non eccessivo. Questo sci vi permetterà di sciare su tutti i tipi di neve, anche in pista.

Gli attacchi

Tanto importanti come gli sci sono gli attacchi. Gli attacchi devono essere sicuri, avere un peso contenuto, una buona stabilità e avere un punto di installazione preciso sullo sci. Oggi in commercio ci sono attacchi con ottimi standard di sicurezza e ottime performance. Il peso varia dai 500gr ai 3000gr.

Se la necessità è quella di scendere un pendio non esiste un problema-peso; diverso è se durante una giornata fuoriporta a Morzine è previsto un itinerario di scialpinismo: 3kg da portare ai piedi o in spalla è stancante!

La stabilità è necessaria durante le discese in freeride a Morzine, soprattutto se si desidera anche sciare veloci e effettuare curve ad ampio raggio. Molle dure, fra i 12 e i 14kn, sistema di bloccaggio sul puntale e talloniera (più possibile simile al classico ed efficace attacco da sci alpino) e solidità dell’eventuale mozzo di raccordo (fra puntale/talloniera).

Bindings

 

La posizione di montaggio dell’attacco sullo sci influenza il modo di sciata. Un attacco montato in avanti è per un freestyler, indietro un freerider al centro un allrounder. Installare l’attacco secondo le istruzioni riportate sullo sci o 1cm in meno per favorire una sciata in galleggiamento, riducendo il pericolo di sprofondamento delle punte.

Scarponi

La scelta dello scarpone non è sempre facile. Il mercato offre prodotti di ogni genere e trovare il modello che più si addice diventa complesso per chi non è esperto.

Non esiste uno scarpone migliore dell’altro, esiste lo scarpone giusto per voi.

Bene è provare diversi prodotti, taglie e calzate, in uno dei negozi di attrezzatura sportiva di Morzine, per trovare quello che soddisfa le caratteristiche del vostro piede. Evitare di affittare/comperare una marca perché consigliata da un amico, lo scarpone si indossa a sensazione.

Gli scarponi da freeride sono un prodotto specificamente disegnato per tracciati fuori pista, non lo scarpone da pista rigido nelle plastiche, impossibile da camminare con la suola liscia o con rialzi per le gare, non lo scarpone da scialpinismo troppo morbido e leggero con poca tenuta frontale e laterale, ma un prodotto che sia il connubio fra le performance dello sci alpino e la manovrabilità, sicurezza e confort in camminata.

Boots

Consiglio uno scarpone a tomaia classica a falde sovrapposte, 3 o 4 ganci per un eccellente bloccaggio del piede, fra 100-120 per l’uomo e 80-90 per le donne la rigidità nelle platiche, suola tipo Vibram per muoversi in sicurezza sulla neve.

La configurazione garantisce ottima tenuta laterale e frontale durante la discesa e quindi una buona azione di pilotaggio dei piedi nei cambi di direzione e una ottimale azione ammortizzante del piede in tutte le condizioni del terreno (anche sconnesso). Va bene l’utilizzo degli scarponi da sci alpino nelle prime uscite in freeride a Morzine.

Bastoni (o bastoncini)

I bastoncini sono importanti in pista quanto in freeride perché garantiscono il ritmo nell’inversione di traiettoria. É evidente come le rondelle molto piccole da pista tendano ad affondare nella neve alta e non garantire l’appoggio necessario per una discesa ottimale compromettendo la sua funzionalità.

Consiglio bastoni con rondelle grandi (Ø 8cm). Le rondelle sono intercambiabili, pertanto non è d’obbligo l’acquisto di più di un bastoncino.

Nastro colorato

Nelle discese in freeride capita, anche ai migliori, di cadere e perdere uno sci. Nella neve fresca e soffice lo sci può sprofondare talmente tanto che risulta difficile il suo ritrovamento. Al momento dello sgancio dello skistop un paio di fettuccine colorate di circa 3 metri si srotolano per permettere un suo facile reperimento nella neve.

Consiglio l’acquisto per non perdere tempo prezioso a scavare e cercare.

Attrezzatura base obbligatoria per freeride: zaino, ARTVA, pala e sonda

L’evoluzione tecnologica dei materiali permette di avere con sé prodotti sempre più leggeri e performanti.
Resta invariata invece la tecnica con la quale tali strumenti possono e devono essere utilizzati.
Qui di seguito l’attrezzatura minima obbligatoria per intraprendere dei pendii in fuori pista.

Zaino

Acquistare (o affittare) uno zaino per introdurvi tutti i dispositivi funzionali. In commercio ve ne sono di diverse capienze (espresse in litri) e marche. Riempire lo zaino con cura e metodo per garantire di ritrovare gli oggetti velocemente nel momento del bisogno.

Assicurarsi di usufruire di tutte le fettuccine per l’ancoraggio al corpo, 3 di solito presenti: una nella zona delle spalle, al torace e al bacino.

La scelta dello zaino può indurvi a optare per l’ARB. Lo zaino ARB assomiglia esternamente a un tradizionale zaino da freeride. Al suo interno cela un sistema Airbag che in caso di valanga impedisce lo sprofondamento dello sciatore aumentando le possibilità di sopravvivenza.

Alcune marche che producono zaini ARB sono Otovox, ABS, Black Diamond, Mammut, Millet, Vaude e Deuter; ognuno dei quali adotta caratteristiche di detonazione diversi ma che funzionano con lo stesso principio fisico.

È d’obbligo precisare che questo sistema non è garanzia di sopravvivenza. Lo zaino aumenta la sua dimensione e permette di galleggiare sulla superficie della valanga. Come? Il freerider, nel caso di una slavina, tira un cordino d’emergenza per gonfiare l’ARB. In una frazione di secondo, circa 200 litri d’aria riempiono l’ARB aumentandone il volume.

ARVTA

ARTVA è l’acronimo di Apparecchio Ricerca Travolti Valanga, va indossato nella parte più interna del vestiario (sulla maglia termica), sempre acceso e carico. Si tratta di una ricetrasmittente di onde radio su una frequenza stabilita fissa di 457 KHz e ha 3 modalità: spento (nessuna attività), in trasmissione (TX) e in ricezione (RX). In prossimità di un fuori pista, verificare che l’ARTVA sia in trasmissione.

In caso di valanga, l’ARTVA viene posizionato in funzionalità ricevente per captare il segnale degli sciatori travolti in difficoltà. Per un corretto uso dell’ARVTA consiglio l’allenamento presso appositi campi pratica presenti nelle stazioni sciistiche.

Pala

Esistono in diverse versioni e colori. Sconsiglio la pala in platica, si scheggiano e si rompono. Optare per prodotti di ottima qualità e scomponibili per un facile stoccaggio nello zaino.

Sonda

La sonda è costituita da un’asta sottile, lunga, rigida e scomponibile; utilizzata per sondare il manto nevoso in cerca di sciatori travolti. È l’attrezzo fondamentale nelle ultime fasi della ricerca, nelle prossimità della vittima. Come per la dotazione vista in precedenza, è consigliabile acquisire esperienza nei campi pratica.

Cellulare

Ultimo ma non meno importante è il cellulare, posizionato all’interno della giacca e carico. Le temperature fredde abbattono il rendimento della batteria e ne compromettono l’utilizzo. Posizionare il dispositivo in una tasca calda, a contatto con il calore corporea ne migliorerà le prestazioni. Ricordarsi di avere nella rubrica i numeri di telefono del pronto intervento di Morzine.

Kit di primo soccorso

Nello zaino deve trovare posto anche un kit minimale di primo intervento come cerotti, bende e garze etc.; reperibile in farmacia per fronteggiare piccoli incidenti durante l’itinerario in fuoripista a Morzine.

Kit di riparazione

Un cacciavite, del nastro americano, un paio di viti, qualche fettuccina, il coltellino Svizzero etc. Si tratta della strumentazione minima per risolvere piccoli danni tecnici.

È bene ricordare che non bisogna contare solo ed esclusivamente a questi o altri sistemi di sicurezza.

Gli ambienti di freeride, cosi come sci alpinismo e altri sport in ambiente innevato, devono essere affrontati in gruppo, sempre. Verificare il corretto funzionamento del materiale, consultare il bollettino delle valanghe e informare un amico, un parente o semplicemente l’addetto alla sicurezza della zona di fuori pista o impiantista, delle proprie volontà e del numero di persone interessate nella discesa in freeride.

Bollettino delle valanghe

La valanga (anche detta slavina) è un fenomeno che si verifica quando una massa di neve o ghiaccio improvvisamente si mette in moto su un pendio, precipitando verso valle a causa della rottura della condizione di equilibrio presente all'interno del manto nevoso, per effetto di uno stress interno che porta al raggiungimento del carico di rottura, ovvero quando la forza di gravità che agisce sul pendio innevato supera le forze di coesione del manto nevoso che agiscono in senso opposto.

Durante la discesa la valanga può coinvolgere altra massa nevosa assumendo così dimensioni via via maggiori e raggiungere velocità anche superiori ai 300 km/h” (Fonte Wikipedia Italia).

I distacchi sono di due tipi: spontaneo o provocato. Una valanga è spontanea quando alcuni fattori, come il rialzo termico o il peso del manto nevoso, possono scatenare una valanga. Il distacco provocato può essere di due tipi: accidentale, quando con il passaggio di uno sciatore provoca involontariamente il distaccamento del manto nevoso con il proprio peso; oppure programmato, come succede nella stazione di Morzine, tramite l’utilizzo di esplosivi per bonificare aree pericolose.

Limitare il pericolo è la parola chiave quando si effettua una discesa in fuori pista.

Il bollettino delle valanghe è un fondamentale strumento di prevenzione rivoto al pubblico (operatori e amanti della montagna) che comunica la situazione valanghiva e l’innevamento dei pendii. Di seguito la Scala Europea del Pericolo delle Valanghe che riassume tutti i concetti di informazione e valutazione del pericolo delle valanghe.

Scala del pericolo e stabilità del manto nevoso Probabilità distacco valanghe Indicazioni per
escursionisti, alpinisti e
sciatori fuori pista
1 DEBOLE

Il manto nevoso è in generale ben consolidato oppure a debole coesione e senza tensione
Il distacco è generalmente possibile solo con un forte sovraccarico su pochissimi pendii esterni. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee. Condizioni generalmente sicure per le gite sciistiche.
2 MODERATO

Il manto nevoso è moderatamente consolidato su alcuni pendii ripidi, per il resto è ben consolidato
Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee. Condizioni favorevoli per gite sciistiche ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose
3 MARCATO

Il manto nevoso presenta un consolidamento da moderato a debole su molti pendii ripidi.
Il distacco è possibile con debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi. In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe. Le possibilità per le gite sciistiche sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.
4 FORTE

Il manto nevoso è debolmente consolidato su la maggior parte dei pendii ripidi.
Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.
5 MOLTO FORTE

Il manto nevoso è in generale debolmente consolidato e per lo più instabile.
Sono da aspettarsi molte grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido. Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.

 

Come sciare in fuori pista?

Sciare in fuori pista può risultare non semplicissimo se non si conosce la tecnica per affrontare il pendio. Anche lo sciatore più esperto, con un buon livello generale in pista potrebbe avere difficoltà con le prime curve in neve fresca. Le condizioni della neve possono essere diverse nel corso della stessa discesa: polverosa, crostosa, trasformata; oppure dura, primaverile, pesante; così come i terreni: boschi, couloir, ripidi o piani, vallate.

Consiglio la prudenza.

La consapevolezza dei propri mezzi e limiti è necessaria. Un buon freerider é in grado di adattare le proprie evoluzioni in funzione delle condizioni che trova di fronte. In sostanza ci vuole tecnica, capacità di adattamento, esperienza e una buona pratica. Una lezione di sci a Morzine è auspicabile per effettuare discese in fuori pista in naturalezza.

La prima regola di base per una discesa è quella di avere sempre il controllo della velocità e degli sci, qualunque siano le condizioni della neve. La seconda è di scegliere terreni e pendii adeguati alle proprie capacità tecniche, alle condizioni fisiche ed esperienza. L’ultima è di essere sempre vigili e performanti, saper leggere - sentire - il terreno che ci circonda e i mutamenti meteorologici.

Ginocchia

Quando si lascia una pista battuta per una zona di freeride si ha la sensazione come le gambe vadano un po’ dove vogliono loro, una da una parte e una dall’altra. Il problema è la conseguenza di caricare il peso solo su una gamba, per poi perdere l’equilibrio e inesorabilmente cadere per terra. Lo sforzo da compiere è quindi di bilanciare il penso su entrambe le gambe. Come? Tenendo vicine le ginocchia e possibilmente i piedi.

Così facendo, gli sci saranno un corpo unico e tenderanno a galleggiare più facilmente.

Peso...avanti!

Durante le lezioni in freerde a Morzine spesso viene chiesto se il peso debba rimanere all’indietro. Niente di più sbagliato!

Quando si passa da una pista perfettamente battuta dai gatti delle nevi a un pendio in fuori pista, complice la
paura, la posizione dello sciatore tende ad arretrare e sedersi. Così facendo il freerider non ha più il pieno controllo degli sci ed è impossibilitato a fare delle curve; gli sci andranno dritti e una caduta è assicurata.

L’accortezza è in primo luogo di non cambiare il modo di sciare dalla pista al freeride; e di trovare il coraggio di buttarsi in avanti, appoggiarsi bene alle linguette dello scarpone (appoggio tibia-scarpone), avvicinare le ginocchia alle punte degli sci. Sono le ginocchia che aiutano a cambiare di direzione con il giusto punto di leva.

Aiutarsi con le braccia

Le braccia sono fondamentali per far uscire gli sci dalla neve. Per impostare una nuova curva, sollevare braccia/gomiti verso l’alto e ruotarli verso la curva successiva. In questo modo braccia e gomiti trascinano la spalla, la spalla il busto, il busto le anche e le gambe.

Alle prime uscite in neve fresca questo movimento sarà accentuato per imparare a effettuare curve. Con un po’ di pratica, il movimento diminuirà e acquisirete più armonia nella discesa.

Azione motoria

Nel freeride i movimenti sono dolci e graduali. L’azione motoria è caratterizzata, costantemente, da movimenti perpendicolari (piegamento e distensione) rispetto al terreno con una solida base di appoggio.

 

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